Incontro talk show “CINEMA & SPORT”

Un linguaggio universale per sognare

Martedì 4 Settembre 2018

ore 16.30 – 17.30

Spazio della Regione del Veneto, Hotel Excelsior – Lido di Venezia

Sport ,etica e cinema : il linguaggio universale che trasferisce messaggi di fair play, rispetto della dignità dell’individuo e delle regole, integrazione sociale , cultura del dialogo e della legalità.

Il grande schermo  diffonde messaggi  e valori etici dello sport come palestra di vita, emozionando generazioni di  spettatori su eventi reali o di fantasia che hanno visto in prima linea eroi del cinema o della quotidianità vincere anche quando non si arriva primivincere nella vita con lealtà e rispetto dell’avversario.

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Molto spesso lo sport è il protagonista principale di alcuni film: il cinema prende spunto dalle storie di sportivi più o meno famosi, per raccontare la realtà ed i valori che lo sport incarna

“UN VINCITORE È SOLO UN SOGNATORE CHE NON SI È ARRESO”

(NELSON MANDELA)

 

Perché Cinema e Sport?

Per confrontarsi con sportivi, tecnici, Istituzioni, giovani atleti e studenti di scuole venete sulla funzione educativa dello sport come fattore di crescita individuale e collettiva sottolineando  l’importanza    di trasferire nella vita i valori etici di dignità umana, di uguaglianza, di tutela dei diritti umani, di non violenza e solidarietà tra le persone e tra i popoli.

Partendo dall’analisi che lo sport è palestra di vita, e che il cinema è una potente startup di messaggi positivi, attraverso la testimonianza di campioni olimpici e personalità del mondo della cultura e dello spettacolo, arriveremo a comprendere  come il binomio cinema e sport possa alimentare l’azione di sensibilizzazione per contrastare ogni forma di sfruttamento, violenza, discriminazione, rafforzando così la cultura della legalità alla base del convivere civile.

Questo percorso di approfondimento è uno stimolo per prendere coscienza ed un volano per modificare gli stili di vita ed i codici di comportamento che condizionano la quotidianità, inducendo una graduale ma significativa inversione di tendenza.

Ma lo sport come il cinema è anche un catalizzatore sociale e quindi  divertimento, creatività, incontro.

È dall’incontro  e dall’intreccio di  relazioni, infatti, che nasce la possibilità di conoscersi e superare paure e pregiudizi, che spesso danno vita a fenomeni di esclusione sociale.

Lo sport come il cinema è un elemento facilitatore perché favorisce la conoscenza e agevola il linguaggio non verbale della comunicazione.

Lo sport come il cinema genera emozioni, alimenta le passioni degli individui facendoli sentire parte di qualcosa di grande e comune, sia ch lo si  pratichi  a livello amatoriale ,agonistico o come semplice spettatore. I film sullo sport hanno spesso valorizzato storie vere di grandi personalità che hanno lasciato un segno indelebile nel mondo sportivo.  

Moderano: 

  • Katia Rossi ideatrice  del Premio Vivere da Sportivi, il fair play al cinema 
  • Pierluigi Frassineti – sceneggiatore ed autore testi 

Intervengono: 

  •      Monica Promontorio – Presidente Vivere da Sportivi
  •   Michele Maffei – Presidente AMOVA e Campione olimpico di sciabola
  •     Emanuele Blandamura– Campione Europeo di pesi medi- Boxe
  •     Fabrizio Pescatori– Campione mondiale di nuoto di fondo (atleta veneto)
  •     Moreno Argentin – Campione del mondo di ciclismo su strada(atleta veneto)
  •     Francesca Bettrone – Olimpionica di pattinaggio 
  •   IgorTrocchia  – Allenatoredi calcio atleti juniores 
  •     Cinzia Mattiolo – Psicologa dello Sport
  •     Marco Zuin – Regista  

Decimo Poloniato, Assessorato al territorio, cultura e sicurezza  della Regione Veneto.

Paolo Romor, Assessore alle Politiche Educative e alla Cultura del comune di VENEZIA

 

Testimonianze

Pierluigi Frassineti

 L’Immagine Etica dello Sport

Uomo-Immagine, Donna-Immagine. L’uso e l’abuso di questi termini anche nello sport hanno portato alla naturale prevalenza dell’estetica sull’effettivo valore che gli atleti trasmettono nelle loro performance individuali e di squadra. Se fair-play, tenacia, coraggio, motivazione, volontà di andare oltre i limiti passano quasi in secondo piano o segnano il passo di fronte all’immagine e al marketing che ne consegue, allora noi di Vivere da Sportivi ci chiediamo cos’è davvero questa immagine e – nell’occasione del Premio che conferiamo annualmente alla Biennale di Venezia – come mai il Cinema si mostra più attento alle storie potenti che quegli stessi valori portano con sé. Storie di protagonismi, antagonismi, duelli immortali fra divinità dello sport, racconti di inclusione e di libertà conquistate col sudore, strenue performance e insospettabili amicizie in mezzo a contese spesso feroci sono la sostanza del cinema sportivo.

La Memoria

La Memoria ne è uno degli elementi costitutivi. Scovare la trama sepolta nella storia, cucirne il tessuto e ridonarle luce, passione, sentimenti. E’ un avvertimento ai più giovani: se vogliamo parlare di Cinema Sportivo dobbiamo affrontare la Storia stessa, affondarci le mani, gli occhi e il cuore. E’ il grande Cinema ritrovato, una partita da vincere contro l’usura del tempo perchè i valori di solidarietà, di lotta sociale, di potenza creativa delle gesta sportive non vadano perdute coi nomi degli atleti e con l’ingiallirsi delle immagini cine-tele-fotografiche. Perché certi momenti restano scolpiti trasversalmente: la letteratura che ricostruisce biografie o eventi, la tv che rimanda memorabili sfide, il cinema che ne ricama luci e ombre.

La bicicletta

Immaginate di rivedere oggi la mitica bicicleta di Osvaldo Ardiles in “Fuga per la vittoria” di John Huston (1981), quel magico paso-doble col quale supera l’avversario imbambolato alzando  il pallone col tacco e facendolo passare sulla testa di entrambi. Ardiles, scugnizzo cresciuto a Cordoba, talentuoso centrocampista dell’Argentina sbarcato negli anni sbagliati al Tottenham (c’era la guerra delle Falkland/Malvine), diventò in seguito un eroe anche per i tifosi degli Spurs che, di fronte alle frequenti frecciate della stampa inglese contro il giocatore reo di essere simbolo della nazionale albiceleste, rispondevano con incredibile realismo pre-brexit sullo striscione: “Potete tenervi le Malvine se ci lasciate Ossie”. E Ossie era proprio lui, Osvaldo Ardiles.

A questo punto potreste chiedervi dove finisce il mito e inizia la finzione del film. La cosa importante è che quell’immagine al ralenty trasmette l’infinita creatività contro la protervia della dittatura nazista: è proprio la potenza evocativa delle riprese a donare impatto emotivo e immediata empatia con i “nostri”. Oggi lo stesso ralenty in tutte le Sky del mondo analizza entomologicamente le fasi del gioco ma non ci restituisce quel brivido. Manca il punto di vista, manca l’emozione che solo il (grande) cinema sa dare, quando racconta storie necessarie, le stesse storie che cercheremo fra le opere della 75a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, al Lido di Venezia dal 29 agosto all’8 settembre 2018.

Michele Maffei

“Vivere da sportivi” e AMOVA uniti  per premiare il fair-play nel cinema 

Il mondo dello Sport per il tramite della nostra Associazione, insieme al Comitato “Vivere da sportivi” (Presidente Monica Promontorio) conferma la partecipazione alla settantacinquesima edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia nel corso della quale sarà assegnato il premio fair-play. 

Una speciale Giuria di esperti premierà il “il film che meglio esprime l’etica sportiva nella vita sociale”. 

E’ doveroso ricordare quanto siano stretti i rapporti fra sport e cinematografo, espressione entrambi di forme di cultura spesso sottovalutate ma sicuramente esemplari per il miglioramento personale e per la conoscenza interpersonale. 

Trattando di Venezia e della sua storica Rassegna debbo sottolineare che fra i primi film premiati ce ne sono almeno due che fanno parte della storia, non solo cinematografica. 

Nel 1932 venne premiato “The Champ” (Il Campione) di King Vidor, una storia struggente di un pugile che torna sul ring per aiutare il giovane figliolo. Al film vennero assegnati anche due Premi Oscar. Il protagonista (Wallece Beery) muore sul ring ma il suo “gioco è leale”. 

Questo è il vero significato di “Fair-Play”, comportamento etico che tocca livelli sublimi in un altro film  premiato a Venezia nel 1938. 

Si tratta di “Olympia”, lo stupendo documentario di Berta  Helene Amalie “Leni Riefenstahl. Un capolavoro che ha il suo momento di maggior valore morale quando racconta la nota vicenda dell’amicizia fra  Jesse Owens e Lutz Long, il tedesco bianco che suggerisce all’avversario afro-americano la giusta rincorsa per qualificarsi alla finale del salto in lungo, poi vinta con grande disappunto di Hitler. 

Nella scorsa edizione è stato assegnato per la prima volta il Premio Fair-Play Cinema. 

La Giuria ha ritenuto meritevole del riconoscimento “Ex libris-The New York Public Library” di Frederick Wiseman. Perché “ la NY Library è sinonimo  di profonda fiducia nel diritto individuale di conoscenza e di informazione”. Solo con la possibilità di acquisire cultura tutti sono eguali dietro la linea di partenza ed ognuno può disputare la “sua buona gara” ed il gioco diventa veramente leale. 

Di tutto questo parleremo  a Venezia. Rappresenterò tutti voi in un talk show  in programma  martedì 4 settembre mentre  venerdì 7 si riunirà la squadra (di cui fa parte il Vice Presidente Raimondo Cappa) incaricata di assegnare il Premio 2018. 

Sarà mia cura tenervi informati di tutti gli sviluppi della situazione fornendovi di volta in volta maggiori dettagli.