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“…e il settimo giorno il Signore si riposò…” recita la Scrittura “e permise che l’uomo si occupasse di sport” potremmo aggiungere noi.
Con la nascita della cultura e della civiltà, insieme alla spiritualità, nasce lo sport, come divertimento, dimensione ludica e spensierata, aggregazione gioiosa da attuare in pace fuori le mura della città, ex porta, sport, appunto.
E da allora la vita dell’uomo civile non è più stata la stessa, a trepidare come un sol cuore per la affermazione della propria bandiera o gioire e tentare di imitare le gesta di un campione, quasi un dio, cui ispirarsi.
Sembra una favola, e nelle favole c’è sempre un cattivo che non ti aspetti e viene a rovinare la festa, a scagliare anatemi o brutti incantesimi. Nello sport i cattivi si chiamano doping, intolleranza, illeciti, mancanza di rispetto dell’avversario, violenza cieca e pretestuosa nei confronti del “nemico”, l’altro, non colui che ci arricchisce con il confronto della diversità e con la sua cultura, ma l’altro sul quale polarizzare il proprio risentimento e la propria frustrazione.
Vivere da Sportivi non si rassegna a questa deriva, combatte la sua battaglia contro l’intolleranza con un impegno ostinato, consapevole che i valori che animano lo sport siano gli stessi di quelli che animano la società civile e che sono gli unici nei quali è possibile credere. Vivere da Sportivi va anche oltre: credendo nella funzione psicopedagogica dello sport ne fa promozione attiva e coinvolgente nelle scuole ,confidando nella immediatezza del contenuto sportivo nel veicolare valori come rispetto, tolleranza, empatia, lealtà e generosità.
Bruno Intreccialagli
Medico Psichiatra – Psicoterapeuta – Membro del Comitato Promotore